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      E poi col continuo lodare ogni uso d’altre nazioni, vorrebbe farci perdere anche la fisonomia d’Italiani. E poi non ha mai un movimento di bile per le vigliaccherie e le infamie. E poi tante volte consiglia le virtù per sole ragioni indegne, come la modestia e la ritenutezza alle donne, perchè così otterranno di farsi meglio desiderare; sul quale proposito ha una mezza pagina d’una incredibile luridezza. E molte altre cose grosse sarebbero a dirsi, che tralascio a risparmio di noja. Insomma, come repertorio copioso e raccolto con fatica, può avere il suo valore, massime per chi volesse trarne materiali per un buon Galateo che manca ancora: ma come libro, specialmente ad uso della gioventù, non esito a dichiararlo meschino e cattivo perchè, mentre per l’indole sua doveva essere fatto colla testa e col cuore, e sulla base di buoni e solidi principii, non ci si trova che la schiena e lo scetticismo e l’indifferenza. Perciò non consiglierei una madre saggia a darlo da studiare alle proprie figliuole, che hanno bisogno di tutt’altro pascolo intellettuale e morale.
      Sarei dolentissimo che gli amici e i corrispondenti della ditta Melchiorre Gioja e Figli montassero sulle furie contro di me: ma in fine che potrebbe accadere? sentirmi a dare per le stampe del petulante e dell’ignorante. Poco male, massime in istato di assedio: a quelle conclusioni ci sono avvezzo da tanto tempo, che è lo stesso come a darmi dell’illustrissimo. Anzi, se avranno la pazienza di ripetermele ancora, chi sa mai che una volta o l’altra non finisca anch’io, con qualche riserva, a convenire un poco nel loro parere?


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L'arte di convitare spiegata al popolo
di Giovanni Rajberti
Editore Bertieri Milano
1937 pagine 212

   





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