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      Ma questo è un affar mio, e ci penso io: e il libro o presto o tardi anderà perchè almeno i convitanti inesperti, che sono molti, dovranno ricorrere al mio trattato che finora è il più ampio e il meno cattivo. Quanto al publico, dove ci trovate l’inopportunità? se desso è sotto all’influenza di rimembranze dolorose e di tristi preoccupazioni, è una ragione di più per tentare di spianargli le rughe della fronte: e chi si sente chiamato a provarvisi, fa un esperimento non solo onesto, ma degno di lode. Quand’uno è melanconico e ha bisogno di sollevarsi l’animo, lo si consiglia di andare a sentir Pulcinella, anzichè una tragedia o un dramma straziante. Sento benissimo il valore e la dignità di quanto potreste oppormi: ma nulla raggiugnerà il preciso e l’evidente di ciò che dico io. Per il migliore andamento degl’interessi mondiali il ridere o il piangere nostro a nulla giova: se potessi persuadermi che il piangere giovasse, mi metterei subito a lagrimare come un ruscelletto. Mi dite che il diritto di non ridere lo avete acquistato a caro prezzo. In linea giuridica, va benissimo e Dio vi conservi il dono delle lagrime se è di vostro gusto: io in cambio lo prego a mantenermi la voglia di ridere per lungo tempo, perchè ho un temperamento fatto per questo, e credo che riderei anche in prigione, o cronico in un letto. E ciò mi pare una fortuna e un buon rimedio nel dolore dei mali proprii e altrui: giacchè poi ho mente e cuore anch’io, ne la coscienza mi rimprovera egoismo o apatia.


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L'arte di convitare spiegata al popolo
di Giovanni Rajberti
Editore Bertieri Milano
1937 pagine 212

   





Pulcinella Dio