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      Tant'è ciò vero, che ogni gran bestialità che uno dica o faccia, vien di leggieri legittimata colla sola parola opinioni!
      Il gatto vero padrone della casa
     
      Il gatto, non amando che le proprie abitudini, si affeziona piuttosto alla casa dove nacque che alle persone colle quali vive. Se queste cambiano d'abitazione, egli d'ordinario resta con chi subentra, e per massima non approva il San Michele, se non quanto gli procura una più abbondante caccia di topi. Dunque egli sta di casa in casa sua, intendo nella sua casa paterna, della quale in fin dei conti è il vero e assoluto padrone.
      E non ischerzo. A chi altri credete voi che competa questo titolo? Forse a colui che l'ha comprata o ereditata? L'infelice paga l'imposta e la sovrimposta, e poi altra tassa se vuol garantirsi dagli incendi; e poi deve sentire dagli inquilini cento rimproveri e minaccie e pretensioni indiscrete; e per non veder la casa deperire colla rapidità d'una donna che invecchia, esser sempre a discrezione del capomastro, dei fabbri, dei muratori, dei falegnami; talvolta perdere gli affitti, tal'altra dover ricorrere alle più odiose violenze per riscuoterli; e di quando in quando, così per varietà, sentirsi trascinato pe' capelli in qualche furiosa lite di turbato possesso.
      Letterati e poeti, siete pur giudiziosi a mantenervi sempre lontani da siffatte molestie; giacché, a mio debole avviso, basta la metà di tanti malanni perché il così detto padrone di casa debba anzi chiamarsi il suo umilissimo servitore; e gli uomini di genio non devono mai servire che alle proprie inspirazioni.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





San Michele