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      Allora apro adagio, adagio, e vedo.... oh spettacolo! vedo...
      Applicazioni morali
     
      Ma qui fo punto, perché parmi di leggere sul volto di alcuni la noia e l'accusa di gettar tempo e fiato in inezie. Ne sono dolente, perché ora veniva il meglio dell'aneddoto, e coloro che avrebbero desiderato udirne la fine dovranno restarsene colla curiosità insoddisfatta. Dunque, per chi vuol sugo di filosofia e di morale, veniamo a una rapida rivista di alcune virtù e abitudini del gatto, con pratiche applicazioni all'umana vita; e così avremo compiuto, benché debolmente, l'apologia del nostro protagonista.
      È non meno lodato che universalmente conosciuto nel gatto quell'istinto di delicatezza e squisita decenza con che suol celare gelosamente a ogni sguardo certe naturali miserie; se in ciò gli uomini si degnassero d'imitarlo, non vedremmo più agli angoli delle contrade, fuori delle taverne, perfin lungo le chiese e a ridosso dei più rispettabili monumenti, tante lordure. Considerando questo nauseoso disordine dal solo aspetto dell'incivilità, lo si direbbe nelle città nostre un anacronismo ogni dì più marcato.
      La munificenza pubblica e la privata concorrono mirabilmente nella gara di renderle più belle, pulite e salubri, e camminiamo sulle lastre di granito, e vediamo incanalarsi le acque, livellarsi il terreno, sparire le pozzanghere. Qui s'apre un ombroso passeggio, là si rettilinea una contrada a sghembo, altrove si allarga una via angusta e priva di sole; da per tutto quasi per incantesimo è un sorger di opifici, di case, di palazzi, di templi pieni di gusto e di eleganze.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98