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      Ora, tanti abbellimenti di queste ricche città che possono dirsi rinnovate sotto gli occhi della generazione presente, e ne fortificano il patrio orgoglio, perché non inspirano anche un senso di rispetto e di riguardo a non deturparli? È il rispetto che quasi per istinto portano i fanciulli e perfino i cretini all'abito festivo, al quale possibilmente risparmiano lo sfregio delle macchie. D'ordinario è l'arte che suol guastare le opere di natura, ma in siffatto ordine di cose è proprio la natura che guasta l'arte. Cari amici, se almeno in questo argomento, che non tocca al fondo delle passioni, vi piglierete il gatto a modello, avrò colto un assai lauto frutto dal mio sermone.
      Il gatto porta i baffi, e in ciò non si può negare che sia molto bene imitato dagli uomini, forse appunto perché è cosa in se stessa affatto insignificante. Ma a riscontro non mancano molte persone, d'altronde rispettabili, che spiegano una invincibile antipatia per questo costume, e sarebbero capaci di voler male a un giovinotto per la sola ragione che si lascia crescere le basette. Hanno torto.
      Un buon paio di mustacchi, come qualunque altra parte d'una rigogliosa barba, sono elementi di virile bellezza, ed innocentissima cosa il coltivarli e averne compiacenza, come d'ogni altro dono di natura. Che poi vi possa covar sotto un pochetto di vanità e leggerezza, è ancora il minimo dei mali. Chi si mostra duro e intollerante per le più compatibili debolezze umane diventa odioso, e la sua parola perde ogni efficacia anche quando s'indirizza a combattere le vere magagne sociali.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98