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      LA CODA
     
      È pur dolce e confortante al cuor d'un autore il veder confermate le proprie massime da quella gran maestra di tutte le cose, l'esperienza. Io fui sempre d'avviso che la satira è madre di moralità; e dopo l'ultima mia satira, la morale più rigida venne a frugarmi nelle tasche e a provarmi l'esattezza delle mie opinioni a tutto mio rischio e pericolo. Non mi è più permesso lo scrivere la più piccola bugia, nemmeno di quelle del genere giocoso; ché subito la verità mi afferra per l'abito e mi dà pubblicamente una dura mentita. Per l'individuo la cosa è alquanto imbarazzante; ma, umanitariamente parlando, c'è proprio a godere del visibile e rapido progresso delle virtù sociali. Io mi volli procurare il piccolo diletto di farmi credere infelice; giacché, per le anime tenere e sensitive come la mia, è un diletto anche questo: perciò, rappresentando la vittima dell'umana ingratitudine, dissi in poche e toccanti parole degli odii suscitatimi contro dell'esilio, dei rimorsi, della consunzione.
      Speravo che almeno i miei concittadini milanesi mi credessero deportato in Siberia o nell'Oceania; speravo che tutti si figurassero di vedermi sparuto, sottile, diafano. Ma, ohimè! nel giorno 18 gennaio del 1846 il Corriere delle Dame ha emanato un articolo, scritto appositamente per far sapere che il tristo esilio è la ridente e vicina città di Monza, che de' miei rimorsi non si fida né punto né poco, che in cambio d'esser tisico in terzo grado io sono contento e grasso come un Sileno. Ah ciarlone indiscretissimo!


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





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