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      La satira giocosa si prefigge di cogliere il lato apparentemente ridicolo, il lato comico nella formola delle cose, e presentarlo con un'immagine buffonesca, con un frizzo matto e piccante. Così, in qualche altro opuscolo, scrissi, a proposito degli astronomi e dei botanici, che i primi «vegliano di notte come gatti sulle specole e sugli abbaini, tentando coi cannocchiali tutti gli angoli del cielo, per veder se mai caschi loro nei vetri qualche stella nuova che non servirà al benessere di nessuno; che i secondi s'arrampicano come daini sulle più ripide montagne in cerca di erbe, e per frutto di loro fatiche appena arrivano in dieci anni a sparger per le pagine di mille libroni il fieno che basti per la cena di un asino».
      Questi tratti puramente scherzosi, o umoristici che dir si vogliano, per quanto io sappia, non irritarono nessun botanico, né i miei sonni furono turbati dalle ombre sdegnose del Piazzi o dell'Oriani: né credo sia adesso accaduto diversamente coi cultori della zoologia; perché le scienze non decadono di prezzo per un epigramma, e gli uomini della scienza non sono così piccoli da allarmarsene. Anzi, di solito, sono i primi a ridere e applaudire, perché sentono meglio degli altri quella parte di vero che la caricatura racchiude.
      Ma non la pensa così lo zelante Corriere delle Dame, che trova aver io con quelle parole oltraggiato i migliori naturalisti viventi, dei quali mi dà un breve elenco, e poi Buffon, e poi Linneo, e poi Plinio, e poi... peccato! in uno sfogo così bello di erudizione dimenticò l'imperatore Domiziano, il più celebre cacciatore di mosche che mai vantasse la storia.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





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