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      Dunque va bene lo scrivere tante cose, che tu giudichi inique in se stesse, purché si abbia la coscienza di Aristide e la virtù di Socrate. Dunque per essere impunemente birichini sfrontati bisogna essere galantuomini sublimi. Dunque Socrate e Aristide, facendo meglio di me ciò che ho fatto io, avran fatto ridere meglio di me gli sfaccendati e gli sciocchi.
      Oh graziose antitesi, oh controsensi da bombe! Di che slancio incredibile non è capace l'umano ingegno nella beata libertà e sicurezza dell'anonimo! Io ti prego per la gloria delle lettere italiane a non mettere mai più il tuo nome sotto alle tue bibliografie; e in cambio d'uno scrittorello impotente, avremo uno scrittore inarrivabile in un genere tutto nuovo. E spero averne anch'io qualche gratitudine dal mondo letterario, perché fu in causa del mio Gatto che apparve questo articolo portentoso, e che tu approfittasti così bene de' miei insegnamenti sulle contraddizioni produttrici di pagine stupende. Delle due che scelsi a indicarti, l'ultima è così luminosa e forte e complessa, che in margine a quel periodo finale si potrebbe scrivere: non plus ultra.
      Siccome però, non v'ha cosa, per quanto bella, che non possa andar soggetta a critica, io ti voglio confessare che in quel periodo v'è un nome il quale mi sonò strano. Che io non abbia né l'ingegno di Scannabue, né la virtù di Socrate, né la coscienza di Aristide, siamo perfettamente d'accordo; e mi accontento della lode che risulta dall'aver tentato d'imitarli tutti e tre in una volta: lode tanto più bella e sincera, perché implicita e data senza volerlo.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





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