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      Frutto di questa nuova scuola del Rajberti, o nuova maniera, com'ei la chiama, di vedere e di giudicare con senno e indulgenza delle cose e delle persone,sono fors'anche le autorevoli parole ch'egli dirige, in questo suo nuovo volume, alla Zoologia ed a' suoi cultori. Per essa s'introduce nel tempio della gloria chiunque faccia raccolta di lucertole o sappia descrivere le corna delle lumache o vada a caccia di farfalle o infilzi un moscherino sullo spillo. Dove si condurrà poi, a quali colonne d'Ercole, chi, lasciate le lucertole, le lumache e i moscherini, si fa apologista del Gatto! Zoologi, naturalisti, Plinio, Linneo, Buffon, de Selys, Bonaparte, Nardo, Forster, Müller, de Filippi e Gray, voi non siete che ridicoli cultori di una scienza che è inutile, quanto lo furono secondo il buon dottore, tanti e tanti uomini celebri dell'antichità, come a modo d'esempio, Sesostri, Ciro, Alessandro! L'ingegno di un poeta che avesse per avventura parafrasato in vernacolo Orazio Flacco potrebbe bestare per tutti questi vanissimi doni della provvidenza!
      Ma la vera parte eroica del dottor Rajberti è riposta nelle contraddizioni; egli che ha con tanto piacere sferzato, e che sferza (quasi ei fosse intangibile) anche quando si propone di blandire e di lisciare, vi detta a pagina 69, con buona fede affatto patriarcale, la seguente sentenza:
      Chi si mostra duro e intollerante per le più compatibili debolezze umane diventa odioso, e la di lui parola perde ogni efficacia anche quando s'indirizza a combattere le vere magagne sociali.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





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