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      Siccome nella copia che tenevo a mano, i margini, sui quali ero venuto facendo appunti, si mostravano per lo più immacolati, speravo che, all’infuori di qualche parte, come a dire delle pagine concernenti la novella di Giocondo ed Astolfo, una semplice ristampa con un certo numero di aggiunte potesse bastare. Beata illusione! I libri invecchiano al pari degli uomini. Solo, più fortunati di essi, possono molte volte, purché le fatiche non si risparmino, essere [XII] ringiovaniti con altro effetto che quello che s’ottiene a forza di tinture e cosmetici.
      All’idea di una ristampa si surrogò dunque presto quello di una revisione accurata dell’opera dal principio alla fine. Che fosse da tener conto di tutto ciò che nel frattempo s’era detto da altri intorno all’argomento mio, questo, s’intende, non pativa discussione neppure nel concetto del disegno più comodo; particolarmente bisognava aver riguardo al volume Le Fonti Latine dell’Orlando furioso di A. Romizi (Torino ecc., Paravia, 1896), quante volte mettesse avanti del nuovo, o discutesse il vecchio, in cose che toccassero l’invenzione. Ma poi, conveniva approfittare delle pubblicazioni d’ogni genere uscite in questo lungo intervallo; per esempio, del materiale romanzesco francese dato in luce o fatto meglio conoscere. E dovevo ripensare le cose pensate; guardarmi dattorno per vedere quel che avessi ora da dire di più e di diverso; ed anche la forma voleva essere ripulita.
      Conseguenza di questo lavorìo si è che, se guardo ora l’esemplare sul quale ho eseguito i cambiamenti, più non trovo pagine che siano rimaste quali erano,(12) e ne trovo un grandissimo numero dove la parte manoscritta, ossia nuova o rinnovata, è considerevole, fino a raggiungere in parecchi casi il segno di una totale sostituzione.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Giocondo Astolfo Le Fonti Latine Orlando Romizi Torino Paravia