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      Di questa storia del romanzo mi pongo a tracciare le linee principali; voglio mettere sotto gli occhi dei lettori l’albero genealogico dell’immortale poema, per determinare che posto esso occupi nella stirpe. Il far ciò è una preparazione necessaria allo studio analitico che mi sono prefisso. Prima di ricorrere ai crogiuoli, sento il bisogno di conoscere e far conoscere la provenienza del corpo che prendo tra le mani, e di considerarne i caratteri generali.
      Procederò dunque sinteticamente, e sarò parco di nomi e di date; ché non intendo punto di comporre un sommario, e meno che mai un indice. Quindi la moltiplicità infinita degli autori e delle opere mi deve scomparire davanti; il romanzo cavalleresco mi diventa quasi un essere vivente, di cui ho da studiare e rappresentare le graduali evoluzioni; che devo prendere in [4] lontane regioni della Francia, per accompagnarlo fino a Ferrara.
      La Francia, come oramai sanno tutti, si affaticò specialmente dattorno a due cicli di narrazioni poetiche: il Carolingio ed il Brettone. Il primo era indigeno, e s’era venuto foggiando e tramutando lentamente, per opera di tutta la nazione; invece il secondo, straniero di nascita, aveva fatto un’apparizione, che, vista di lontano, par quasi subitanea, e aveva percorso tutto il periodo delle sue vicende in un giro di tempo relativamente assai breve.
      Pur seguendo, per quanto si può, fino alle origini il ciclo carolingio, non è ancora a vere origini che nemmeno per esso ci si trova essere arrivati. Ma dei problemi inevitabilmente intricati ed oscuri, e quindi soggetti a dispareri, che qui sorgono, non è ora da discorrere.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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