Pagina (45/965)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Importerà, forse, per un’altra vita; ma di quella i cavalieri non si danno, per verità, una gran cura. S’arriva tant’oltre, che mentre si decidono in una tremenda battaglia le sorti della Cristianità, Orlando, il santo, il pio, il futuro martire di Roncisvalle, si ritrae in disparte a pregare Domeneddio per la sconfitta de’ suoi (II, XXX, 61). E perché? Perché Carlo, ridotto agli estremi, abbia bisogno assoluto del suo braccio, e sia costretto a concedergli (Ib., XXIX, 36) il sospiro dell’anima sua, la saracina Angelica. Naturalmente rimangono sempre due campi avversi. Senza di ciò, come si farebbe a combattere battaglie? Ma Cristiani e Infedeli si trovano spesso frammischiati in ognuno dei due. E anche là dove l’azione piglia a soggetto invasioni saracene, foggiate sullo schema dei romanzi anteriori, le cause della lotta non sono più le antiche. A far mangiare i cavalli [31] sull’altare di Pietro, nessuno più pensa da senno; Gradasso conduce dall’India centocinquantamila cavalieri per acquistare la spada Durlindana e il cavallo Baiardo (I, I, 4); Agramante passa il mare per sete di gloria, per emulare il suo antenato Alessandro (II, I, 35-37), ben più che Per aggrandir la legge di Macone. Dell’antecedente condizione di cose restano solo i detriti: frammenti fossili sparsi qua e là alla rinfusa, che soltanto un difetto incurabile della vista potrebbe far scambiare per elementi costitutivi del nuovo cosmo.
      Queste poche pagine son cosa ben meschina per un soggetto di tanta ampiezza e varietà. Ma non potevo io già pensare a trattarlo diffusamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Cristianità Orlando Roncisvalle Domeneddio Carlo Angelica Cristiani Infedeli Pietro Gradasso India Durlindana Baiardo Agramante Alessandro Macone