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      (I, f. 75 v.o)
      [107] Si capisce dunque troppo bene quale abbia ad essere la condotta di Rinaldo nell’Innamorato, quando, a cavallo, si vede affrontare da Ruggiero che è a piedi (III, IV, 27-29).
      L’essere Sacripante in sella, non è tutto; egli è su Baiardo, sul destriero dell’avversario. Però la buona bestia non vuol saperne d’andar contro il suo signore, e non val freno né sprone per farlo obbedire. Sono idee che il Conte di Scandiano rivendica per sue. Nel primo libro dell’Innamorato troveremo infatti, al c. XXVI, st. 26, una scena molto simile, eccetto che ivi Rinaldo è anche lui a cavallo, e che in luogo di Sacripante vi abbiamo Orlando.(256) Là i due avversarî finiscono poi per essere montati convenevolmente entrambi (st. 43); qui le condizioni si pareggiano perché Sacripante, per il minor male, si rassegna a scendere, facendo per necessità ciò che negli esempi dianzi citati Fierabras, Garnier, Gaydon, per non parlare di Attila, avevano fatto di buon grado.(257)
      Allora segue un duello (st. 8), rappresentato dal poeta con evidenza mirabile. Duelli se ne incontrano a migliaia nei romanzi e nei poemi antecedenti. Sì gli autori francesi che gl’italiani si compiacciono spesso di farcene minute descrizioni; ma nessuno vi sfoggia tanta scienza di scherma, come l’Ariosto.(258) [108] Al paragone dei duelli suoi gli antecedenti si crederebbero oramai risse di villani.(259)
      Mentre i due combattono, la donzella fugge (st. 11-12), ed essi non se ne avvedono. Eccoci di nuovo coll’Innamorato.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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