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      Montano in sella; e siccome ignorano la direzione presa dal rapitore, s’avviano a caso. La fortuna li favorisce tanto, che quella stessa notte Palamidesse restituisce la donna all’amante.
      Chi ha presente l’episodio di Bradamante e Pinabello, s’accorge subito che l’orditura è la stessa. Non se ne deduca che l’Ariosto debba essersi servito di questo solo modello. Più ancora che all’episodio del Tristan egli pensava, secondo me, ad uno del Palamedès. Qualcosa di molto simile a ciò che s’è visto accadere a Palamidesse, ivi succede a Guiron (f.o 513).(274) Guiron non è solo: cavalca in compagnia di Abilan Estrangor. Il cavaliere che essi trovano immerso nell’afflizione è Sagremor. Questi è seduto «dessouz un arbre tout seul», [111] come Pinabello all’ombra d’un boschetto (st. 35). Ma la fonte qui manca; manca il cavallo; invece di starsene tacito in pensieri, l’afflitto va qui facendo «un duel si grant et si merveilleus, que nul ne le veist adonc(275) qui a merveilles ne tenist le duel qe il aloit demenant.» Ecco tre circostanze che paiono stabilire un rapporto diretto tra l’episodio ariosteo e quello del Tristan. Almeno ci devono insegnare a non supporre unico modello la scena del Palamedès. La quale in contraccambio ha sufficienti affinità peculiari a lei, per non temere che s’abbia ad escludere.
      Delle negative non bisogna far troppo conto, né qui, né mai. - Sagremor è senz’arme, e a Pinabello
      Lo scudo non lontan pende e l’elmetto;
      poi, né GuironBradamante parlano di loro proprie afflizioni, e meno che mai vengono ad una specie di tenzone col cavaliere seduto a terra.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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