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      La condanna a morte di Mirabella non viene tuttavia qui ancora di necessità. Dati i termini della legge, bisogna vedere (ed è questione lungamente disputata, assurgendo dal caso specifico al problema generico e mettendo a fronte i due sessi) chi tra i due amanti sia più reo. Nel Furioso la struttura stessa dei fatti vuole che noi procediamo verso la catastrofe per tutt’altra via.(458) Ginevra sola è accusata. A norma della procedura feudale, che è pur quella dei romanzi cavallereschi, l’accusato può dentro un certo termine difendersi colle armi, sia combattendo egli stesso, sia mettendo un campione. Dio, secondo la credenza generale, s’incarica di far che il giusto trionfi. Qui nel nostro episodio, il padre, per invogliare all’impresa, promette con un bando al liberatore la mano della principessa e vasti dominî (IV, 60); il che è un luogo comune anche nella letteratura narrativa popolare, ogniqualvolta [158] s’abbiano figliuole di re, venute per qualsiasi cagione in grave pericolo.(459)
      Sebbene tale circostanza non vi occorra, sono da confrontare col nostro altri casi di dame e donzelle accusate e difese, che s’incontrano nei romanzi del ciclo brettone. Nel Palamedès (f.o 259)(460) troviamo calunniata siccome avvelenatrice «la dame de Norholt». Accusatori sono due suoi cugini, avidi di averne la terra. La dama, fiera della sua innocenza, s’è impegnata poco prudentemente a fornirne la prova mercé un solo campione, che dovrà combattere contro ambedue gli avversarî. Quel che s’è promesso bisogna mantenere: però una damigella è mandata in cerca del prode Leodagan, e infatti lo trova.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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