Pagina (214/965)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Orbene: qui pure il poeta si è condotto in modo da salvar sé dal biasimo, noi dallo sbadiglio. S’egli osa farci sfilare dinanzi tutte quelle genti, gli è che formano una curiosa processione di strane genìe, disparate per fattezze e costumanze. S’aggiunga un condimento assai copioso di frizzi e di celie, e s’intenderà come si possa starsene a guardare dal principio alla fine, col diletto che si prova a contemplare un corso di maschere.(585)
      Si metta ora a confronto la rassegna dell’Ariosto nei prati di Parigi; sono pure episodî perfettamente paralleli, dipingono pure in gran parte il medesimo esercito. Ma si usi cautela. Il paragone può servire come antidoto a certe idee preconcette: non dev’essere posto a base di un giudizio complessivo. E l’Ariosto e il Boiardo partecipano troppo alla natura del camaleonte, perché si possa loro applicare l’ex ungue leonem. Tuttavia credo di non trarre dalle cose notate conseguenze eccessive, vedendoci una conferma dell’eresia che mi sono lasciato uscir di bocca altre volte.(586) Il Furioso non rappresenta il culmine nello svolgimento del nostro poema cavalleresco. Glie lo impedisce il soverchio ravvicinamento all’antichità classica, l’aver voluto essere troppo spesso un vero e proprio poema, e assunto fuor di luogo il tono di Stazio e di Lucano. Vedere in ciò addirittura una colpa, sarebbe cosa ingiusta; contentiamoci di ricercare le cause, che dovremo trovare in primissimo luogo nelle condizioni del tempo. Ma poi, all’ideale della perfezione, come non risponde il Furioso, non risponde nemmeno l’Innamorato; esso risiede in qualche cosa d’intermedio, partecipe delle virtù, esente dai difetti di ciascuno di loro; insomma, in un mero fantasma della nostra immaginazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Ariosto Parigi Ariosto Boiardo Il Furioso Stazio Lucano Furioso Innamorato