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      Com’è facile vedere, le mutazioni introdotte dall’Ariosto sono veramente grandissime. Con ciò non è detto che anch’esse non si possano in parte ricondurre ad un’origine. L’esempio di Sacripante ed Angelica alla riviera(729) può, per limitarmi ad esso, servire di ammonimento. Sappiamo per esperienza come all’Ariosto piaccia di comporre insieme diverse forme di un [233] medesimo tipo. Ora, questa storia di Karados è mai nel Palamedès esemplare unico? - Sarebbe strano che fosse! Suppergiù le stesse vicende, dai primi casi, credo, all’infuori,(730) vi occorrono, e spiccano assai più, in persona di Danayn e di Girone. Quest’ultimo, innamorato di una donzella che lo riama, manda a lei Danayn, l’amico suo più caro, l’uomo di cui egli si fida non meno che di sé medesimo. E Danayn va; ma in cambio di scortare la fanciulla a chi la deve avere, la ritiene mal suo grado, e la vien conducendo attorno. Risaputolo, Girone si mette in traccia dello sleale, e dopo altre avventure, finisce per ritrovarlo.(731) Allora segue un duello mortale, in cui Danayn rimane soccombente.(732) Gli è in quest’ultima parte che si manifestano rapporti coll’episodio ariosteo. Ché Girone perdona a Danayn la vita, come la perdonano ad Odorico, prima Almonio (XXIV, 27), e poi Zerbino (ib., 38). Ma il più non è ciò: Odorico procura d’impetrar pietà da Zerbino, e questi ne attenua egli stesso la colpa parlando con altri (ib., 30-32, 38-39), precisamente colle ragioni che furono addotte da Danayn a Girone (f.o 532)(733): la donna era troppo bella: l’errore fu di chi lo inviò; se mandato al fuoco egli arse, è da incolparne il fuoco, non lui.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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