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      (766) Quanto alla Fraude, giova rammentare il Gerione dantesco (Inf., XVII, 10-18).
      Lasciato il convento, eccoci noi pure alla Casa del Sonno.(767) Non è l’Ariosto il primo, che dopo i poeti dell’antichità sia ito a visitare la sede del più tranquillo tra gli Dei. Molto tempo innanzi vi aveva condotto i suoi lettori il Boccaccio nel [244] Filocolo.(768) Altrettanto aveva fatto l’autore di una canzone, attribuita con debole fondamento al Petrarca.(769) E anche presso l’Agostini (IX, 88) giungiamo in compagnia di Malagigi, Grifone, Aquilante, là dove abita Morfeo, in un vero soggiorno incantato, che il poeta si studia di rappresentare co’ suoi colori più ridenti. Ma la descrizione dell’Ariosto (XIV, 92-94) sgorga immediatamente dalle fonti classiche.(770) Ci collaborarono promiscuamente Ovidio e Stazio.(771) Dalla Tebaide derivano quelle astrazioni che fanno corteggio al pigro Dio: l’Ozio, la Pigrizia, l’Oblio ed il Silenzio. E poiché è appunto per trovare il [245] Silenzio che ci rechiamo qui, e poiché lo scopo è sostanzialmente identico a quello che nella Tebaide si propose Giunone,(772) resulta chiaro che l’impulso a introdurre questo episodio venne da Stazio, non dall’autore delle Metamorfosi. - Con tutto ciò la pittura di Messer Lodovico ha una fisonomia sua propria. Essa è una ricreazione dei modelli; non già una copia, o un accozzamento.
      Mercé la cooperazione del Silenzio, gli aiuti di Brettagna percorrono il cammino, né uditi, né visti. La nebbia che li ravvolge (st. 96), sottrasse già di mezzo alla battaglia, od anche solo nascose agli occhi altrui, più di un eroe dell’epica antica.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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