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      Por fer a le Marchis da Est un riche don,
      O voïremant a suen oncles, dan Boniface, il baron;
      (f.o 2)
      cioè, o al Marchese Aldobrandino, oppure a Bonifazio Ariosti, uno degli antenati del poeta.
      Sicché, riassumendo, il corno d’Astolfo mi sembra da ritenere un’applicazione delle grida di Bravieri, o di quelle dell’indivinaílle, all’olifante d’Orlando. Che altri fattori possano aver contribuito, non starò di certo a negare.(832)
      [261] Così regalato, Astolfo se ne viene per mare verso l’Occidente, condotto da due tra le dame di Logistilla, Sofrosina ed Andronica (XV, 16). Nel viaggio, quest’ultima tiene al figliuolo di Ottone certi ragionamenti geografici (st. 18-22),(833) che ci ricordano quelli di Astarotte a Rinaldo in condizioni abbastanza simili (Morg., XXV, 228-31). Ancorché probabilmente sia un incontro casuale, è pur curioso il vedere entrambe le scorte rilevare e correggere opinioni erronee intorno ad argomenti affini. Astarotte predica la possibilità di navigare all’emisfero australe, e dice parole, che parvero una divinazione dell’America. Andronica è ben più esplicita nel suo ragionare, ed allude determinatamente ai viaggi dei Portoghesi intorno all’Africa, ed alla scoperta del nuovo mondo. Ecco un appiglio per un panegirico a Carlo V (st. 24-26). Lodovico subito lo afferra. E Carlo si trae dietro i suoi capitani, e specialmente Andrea Doria (st. 30-35). È questo uno dei pochi elogi sinceri e propriamente meritati che ci accada di ascoltare nel Furioso.
      Al viaggio di mare ne segue uno di terra.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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