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      Per sollazzo lo compiacciono; e allora Girone adempie appuntino quanto aveva promesso, molti uccidendo, e gli altri mettendo in fuga. Ciò fatto, compie l’opera scavalcando anche M. Lac e i suoi tre compagni, dai quali subito si parte, lasciandoli vergognosi per terra.(967)
      Se non altro, qui vediamo la vendetta tener dietro senza intervallo alla vergogna, come presso l’Ariosto (XVII, 135, XVIII, 3), e assistiamo a una scena di sangue e sbaraglio, da potersi mettere a riscontro con quella del Furioso. E questa [286] scena, in ambedue i romanzi, segue appena si sciolgono i legami del prigioniero. Di certo non è molto; tuttavia è sempre qualche cosa.
      Più crudele è la vendetta che si prende Galeoth. E non senza cagione: anche l’oltraggio era stato maggiore.(968) Per tre giorni egli rimane nella fossa (f.o 352 v.o), soffrendo continue ingiurie dai molti che lo vengono a vedere, meravigliati non poco di trovarlo ancor vivo. Al quarto capita colà un monaco pietoso, e caricatolo sul suo asinello, lo trasporta al convento. In meno d’un mese Galeoth guarisce delle ferite; ma ce ne vogliono ben nove perché risani da una malattia prodotta dall’acerbo dolore dell’onta ricevuta. Egli è ristabilito in forze, quando Aquilant bandisce di nuovo una gran corte, volendo addobbare i suoi due ultimi figliuoli. Galeoth vi si conduce cavalcando un asino. Le sue armi stanno ancora appese dov’erano state poste il giorno dell’affronto, e ricevono continui oltraggi. Egli le guarda, e pateticamente le apostrofa.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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