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      La sera si vede grandemente onorato e festeggiato; ma la mattina successiva si accorge di trovarsi in una forte prigione. Vi dovrà rimanere in perpetuo, se non passa in una certa isoletta, alla quale si giunge attraversando un ponticello, che non ha mezzo piede di largo. Colà [310] gli converrà combattere contro un cavaliere. Chi di loro due rimanga perdente, dovrà spiccare il capo all’altro. Tristano non potrebbe certo star dubbioso. Pertanto eccolo bentosto nell’isola, alle prese coll’avversario. La meraviglia reciproca del valore li induce a richiedersi scambievolmente del nome. Il cavaliere dell’isola è Lamorat de Galles, trattenuto qui suo malgrado. Soltanto se per un anno intero vince ed uccide quanti vengono a combattere con lui, potrà partirsene libero. Se soccombe, il vincitore prenderà il suo posto colla stessa legge, sarà mantenuto colle vivande più delicate, e avrà in sua vece il godimento di una donzella bellissima, riguardata qual signora di tutto il paese circostante. Fuggire di là è impossibile. Il ponte è fatto per tale incanto, che non lo vede chi sta dalla parte dell’isola.
      A questo impedimento, Tristano, che vuol sottrarre al servaggio e sé e Lamorat, ha pronto un rimedio infallibile, in un certo anello datogli da Isotta, che rende vana ogni malìa.(1108) Frattanto, finché il buio permetta di dare effetto al disegno, è necessario ingannare la gente del castello, che contempla la battaglia dall’altra riva. I due campioni fingono dunque di ritornare alle mani.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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