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      Egli si ritrae nelle selve:
      Fit silvester homo, quasi silvis editus esset;
      (V. 80)
      e se d’ora in poi ritorna a luoghi abitati, le sue sono sempre apparizioni passeggere.
      La pazzia di Merlino si fonderà certo sulle tradizioni celtiche; e pur non riflettendosi nei testi che del vate britanno narrano in francese, potrebbe aver fornito qualche germe per gl’impazzimenti dei cavalieri erranti. Nel Palamedès (f.o 558)(1518) il Bon Chevalier Sans Paour divien forsennato per fame, essendo tenuto a lungo rinchiuso senza nutrimento dal crudele Nabon. Lancilotto poi non deve davvero aver il capo ben [395] fermo sulle spalle, se lo smarrisce non meno di quattro volte. La prima, nella prigione di Camilla: perfida damigella esperta di malìe, che lo ha fatto pigliare con Gauvain, Hector e Galehault. Anche qui la causa immediata del male sta in ciò, ch’egli ricusa di più prender cibo o bevanda.(1519) La seconda, in causa del non aver trovato Galehault, per vedere il quale era andato in Sorelois.(1520) La terza, presso Morgana, per effetto di una certa polvere soffiatagli attraverso alle narici dalla malvagia femmina.(1521) Della quarta, finalmente, è da discorrere più a lungo, perché entra nella categoria degli ammattimenti per causa d’amore.(1522)
      Dico d’amore, e potrei anche dire di gelosia. Gelosia, questa volta, non di colui che impazzisce; bensì della donna amata. Ginevra ha sorpreso Lancilotto nel letto della figliuola del re Perles. Non c’è colpa d’infedeltà: il cavaliere vi è stato condotto con artificio, e credeva d’essere colla regina; ma le apparenze lo condannano, e tanto basta.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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