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      Ecco nel racconto un elemento nuovo: l’amore per una creatura deforme. Tuttavia la donzella è, se non altro, ferma nel suo strano capriccio. Invece sventola come una banderuola un’altra donna amatissima da Girone, e che egli conduce seco per amica (f.o 772)(1636). Mentre un giorno il prode cavaliere sta combattendo per cagione di lei col re Bohort de Gaunes, ecco venire, come poi narra egli stesso, «ung chevalier, qui n’estoit greigneur(1637) d’ung nayn, le plus chetif et le plus villain que je veisse en toute ma vie. Et qu’en dirois je? C’estoit la vilté du monde.» Costui richiede d’amore la donzella, e con [428] poca fatica la determina ad andare con lui. Girone fa allora avvertire a Bohort l’inutilità del continuare la battaglia.(1638) Tien quindi dietro ai due, e li raggiunge in una valle: «Et estoient ja descendus devant une fontaine, et faisoient l’un a l’autre la greigneur joye du monde.» Il brutto osa giostrare con Girone, e malamente abbattuto, se ne va minacciando. Poco tempo dopo, viene al luogo d’un torneo, dove Girone ha guadagnato il pregio, e si lamenta al re Uterpandragon, che il cavaliere gli abbia tolto la sua dama. A Girone rincresce la taccia di usar violenza a chicchessia, e crede di confondere l’accusatore, lasciando libera la donna d’andarsene, se così le piace. Essa, con parole scortesi, si affretta a dichiarare, che, se paura non l’avesse trattenuta, non sarebbe dimorata due giorni con lui. Allora il Morhault propone al re, poiché la sorte ha messo in sue mani una così bella creatura, di darla ad uno dei molti prodi lì raccolti.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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