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      In pari tempo, come ho accennato, ci son speciali agganciamenti coll’Ariosto. Manfredi ed Astulfo non son legati di nessuna parentela, come non sono il re longobardo e Giocondo; e sono semplici privati così Astulfo come Giocondo. Meno importante la menzione espressa nei due autori italiani del molto amore ch’era, od era stato, o pareva essere, tra il marito e la moglie. Va poi rilevata la circostanza che questo marito non prenda punto vendetta sanguinosa dell’atroce offesa, ancorché Astulfo non arrivi davvero al segno a cui l’amore per l’infedele fa che arrivi Giocondo (Fur., st. 23). Più apertamente significativa la disparità fisica, di fronte alla parità delle Mille e una Notte, che è tra il drudo di questa prima donna e quello della regina:(1680) disparità suggeritrice di un paragone consolante per il cavaliere napoletano o romano;(1681) [447] voglia dire, l’essere l’uno bensì un uomo di condizione più o meno inferiore, ma di corpo non deforme, e l’altro invece un mostriciattolo. Poi, nel Furioso e presso il Sercambi, alla scena disonesta della corte partecipano solo i personaggi che importano all’andamento della storia, e non tutta una caterva di gente. Né sfuggirà a nessuno, nonostante le condizioni inverse, il rapporto tra i maltrattamenti che lo stronco infligge alla moglie di Manfredi perché ha tardato ad aprirgli, ed i replicati e vani invii della regina longobarda al suo nano il giorno ch’egli sta giocando, ed è «in perdita d’un soldo» (st. 38). La posizione delle due regine di fronte all’oggetto abbiettissimo del loro amore è la medesima.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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