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      Quindi l’efficacia di Ovidio si viene forse a manifestar meglio ancora nel grado di colpabilità attribuito alla donna. Infine poi, la figliuola del re di Norhombellande aveva ben ragione di odiare l’uccisore de’ suoi parenti, il devastatore del suo paese. A Lodovico piacque di ritogliere alla sua Lidia le giustificazioni, ossia di farla più simile ad Anassarete. Ed era ben naturale, se le pene eterne dovevano apparire giusto castigo. Quindi alle guerre vittoriose contro la famiglia e il padre stesso della donna amata, si surrogano guerre combattute in loro servizio. L’assedio vien pertanto motivato con una prima ripulsa, motivata alla sua volta con qualcosa che era suggerito ancora da Ovidio. Il principe del romanziere oltramontano ridiventa un semplice privato, alla maniera d’Ifi. Ne viene che Alceste, se vuol vendicarsi, abbia bisogno dell’aiuto altrui. Però la sua situazione al punto culminante del dramma prende un poco l’aspetto di quella di Coriolano. E ritornando alla donna, Lidia non mostra neppure all’ultimo d’essersi commossa per lo sventurato amante; il che facendo, viene a ripristinare Anassarete; la [542] quale, accorre bensì a vedere il cadavere, ma solo, a quel che sembra, per un sentimento di vana curiosità.(2080)
      Lascio a chi legge la cura di meditare più a lungo sopra questo soggetto, pago di aver somministrato gli elementi primi. Quanto a me, prendo di nuovo a tener dietro ad Astolfo. Uscito dalla buca infernale, egli si fa da sé medesimo (XXXIV, 47), e assai più compiutamente, quella lavanda, a cui per Dante penserà Virgilio (Purg., I, 121). Indi, trasportato dal suo ippogrifo,(2081) eccolo in vetta alla montagna sovrapposta; che è, chi non lo sapesse, la montagna del Paradiso terrestre.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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