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      Il quale in tutta questa parte lunatica si mostra originale davvero. Né ci vuol molto a penetrarne la cagione. Egli è qui ne’ suoi veri dominî; asseconda la sua indole, e lascia operare le facoltà ch’erano in lui prevalenti.
      Ciò non toglie che dentro al suo pensiero non possa venire a frammischiarsi quello di chi ha con lui parentela spirituale. Lo Zumbini ha sagacemente rilevato(2099) esservi somiglianze col Morìas enkomion, id est Stultitiae laus, di Erasmo da Rotterdam, uscito forse primamente nel 1509, e presto divulgatosi in molteplici edizioni. Il riscontro fra l’osservazione di Erasmo, che tra gl’infiniti ex voto di cui son coperte le pareti delle chiese non se ne vede nessuno di chi ringrazi dell’essere rinsavito, «Nullus pro depulsa stultitia gratias agit»,(2100) e ciò che Lodovico dice del senno (XXXIV, 82),
      Che mai per esso a Dio voti non ferse,
      non è di quelli, date le circostanze, che si possa essere propensi ad attribuire a un incontro fortuito. E se così è, non saranno da reputar fortuite neppure altre convenienze, a cui lo Zumbini, colla consueta sobrietà, allude senza specificarle;(2101) come ad esempio quella tra la rassegna erasmiana delle molteplici specie di pazzia,(2102) e l’ottava (XXXIV, 85) Altri in amar lo perde ecc.
      Prima di scendere dal mondo lunare, avvertirò che all’andata poterono forse dare qualche impulso il Monte o i Monti della Luna, origine del Nilo giusta la geografia tolemaica [548] (l. IV, c. 9). Ma un’efficacia maggiore, e non dubbia, vorrà assegnarsi all’azione che alla luna s’attribuiva comunemente sulla ragione umana; azione di cui il linguaggio conserva anche oggidì tracce ben vive.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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