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      Se il s’avanture seüst.
      Mes n’an set plus que nuz se trueve.
      (Chev. au Lion, v. 3016.)
      II poemetto di Crestien ben difficilmente poté esser noto a Lodovico. Ed anche tutti gli altri esempi citati valgono piuttosto a mettere in chiaro l’originalità, anziché la derivazione del risanamento d’Orlando (XXXIX, 44-60):(2125) resultato, per verità, a noi più gradito d’assai.
      [552] Un fatto di tanta importanza, qual è questo, m’ha distratto dal porre subito attenzione al nuovo ricongiungimento di Fiordiligi e Brandimarte, separati da un pezzo (st. 42-43). L’avrei messo coll’antico del poema di Matteo Maria, I, XIX, 55; e poteva bastare.
      Ancora l’assalto e la presa di Biserta (XL, 9-35), ed i casi d’Africa saranno esauriti. Che la città dovesse andar distrutta, aveva già stabilito il Boiardo:
      Era in quel tempo gran terra Biserta,
      Ch’oggi è disfatta, al lito a la marina,
      Però che ’n questa guerra fu diserta:
      Orlando la spianò con gran roina.
      (II, I, 19.)
      L’Ariosto tuttavia non fu neppur qui semplice esecutore degli altrui decreti: presso di lui la direzione della guerra è nelle mani di Astolfo, al quale, senza l’andata al vallone delle cose perdute, nessuno mai si sarebbe sognato di commetterla. Nondimeno il poeta procura di dissimulare la discrepanza,(2126) rendendo Orlando partecipe di fatto del comando di Astolfo (st. 11, 34), e facendo consigliare da lui l’assalto e la distruzione (st. 9). Più d’una volta gli accade perfino di parlare come se propriamente fosse capitano il nipote di Carlo, e non il Duca inglese (st.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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