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      (2207) E poiché nomino Melissa, sta bene ricordare di nuovo anche Ovidio. Colei è bensì una metamorfosi dell’Aurora; nondimeno, in quanto colle sue arti sa render la notte chiara, oscuro il die, ritrae insieme da Circe; Circe, che, non altrimenti dalla concubina di Titone, s’invaghì di un mortale, lo tentò, e n’ebbe per le stesse ragioni la medesima ripulsa.(2208) Nulla di più naturale che l’associare insieme i due fatti ed i due personaggi. Però può ben darsi che Circe non sia neppure estranea allo spirito di vendetta da cui Melissa appare animata.(2209)
      Alla materia ch’egli riceveva da questi antecessori, il poeta non si contentò di accrescer bellezza colla diligenza somma dell’esecuzione e dei particolari. Certi mutamenti vanno proprio a toccare l’organismo stesso del racconto. Il più importante, suggerito forse da una novella prettamente umana di non so qual geloso, consiste, secondo me, in quel cavallier giovene, ricco e bello, di cui il marito prende le forme per dare effetto al suo esperimento (st. 32-34). In tal modo la colpa della donna resta attenuata;(2210) essa non si piega, come Procri, al primo venuto, per semplice cupidigia di guadagno. Così ci è anche preparato uno scioglimento più compiuto e più efficace. È naturalissimo che la donna sia tratta dallo sdegno a dare spontaneamente al suo amatore ciò che aveva prima rifiutato con irremovibile fermezza; donde nasce che il marito, colpevole di gelosia irragionevole, sconti il peccato coi tormenti della gelosia vera.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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