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      A ogni modo il Marchese merita un ricordo, per aver pensato, comunque siasi, alle fonti ariostee.
      (521) [1] Stampato primamente in coda al Commento di Hierony. B. sopra a più sue canzone ecc.; Firenze, 1500.
      (522) [2] La prima edizione è del 1510.
      (523) [3] Nella monografia, d’altronde meritoria, di Ausonio Dobelli, L’opera letteraria di Antonio Phileremo Fregoso, Modena, 1898, p. 43 sgg.
      (524) [4] V. p. 167, n. 2. Ed io non son sicuro per nulla che le usurpazioni di Alcina a Logistilla (VI, 44-45) siano da mettere con quelle che Amore fa nella Cerva a Diana (VI, 5), ossia a qualcuno che non è nient’affatto nelle grazie del poeta. Meno ancora mi dicono la «Beltà» e la «Leggiadria»: comuni bensì (Fur., VI, 69, Cerva, V, 31), ma con opposto contegno; e comuni d’altronde anche al Poliziano, Giostra, I, 45, a Lorenzo de’ Medici, Selve d’Amore, II, 38, e a chi sa quanti. Il riscontro migliore s’incontrerà più oltre, p. 188.
      (525) [1] Gli ultimi quattro versi della st. 49 (e s’aggiunga anche il principio della 50) paiono dal Lavezuola volersi derivare da parole, che nel Filocolo son messe in bocca al primo testimonio della disperazione di Fileno: «... quando mi credea avere più la sua benevolenza, e avere acquistato con diverse maniere il suo amore, e io colli miei occhi vidi questa me per un altro avere abbandonato; e conobbi manifestamente» ecc. (nell’ed. Moutier, I, 301-2). Dovendosi tuttavia cercare il riscontro fuori dell’episodio che proprio fa per noi, mi confesso discretamente scettico.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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