Pagina (947/965)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il Cefalo di Niccolò, dopo aver offerto a Procri le rarità più preziose, soggiunge: «Ma che bisogna dir tante parole? Questo è vil dono a quel ch’io spero anchora. Cognoscer, Procris, la stagion si vuole, Che in milli anni non vien quel che in un’hora.» Qui abbiamo evidentemente la prima metà della nostra st. 37.
      (2204) [5] XLIII, 11-17: Met., VII 690-98. - St. 20: v. 699-705. - St. 21-23: v. 705-10. - St. 24-27: v. 711-21. - St. 30: v. 724-25. - St. 34-35: v. 722-23. St. 36-38: v. 724; 734-40. - St. 39-41: v. 741-45.
      (2205) [6] E il racconto è fatto nei penetrali di una casa magnifica (VII, 670). Cefalo peraltro riceve ospizio, mentre il narratore dell’Ariosto lo dà.
      (2206) [7] V. pag. 131.
      (2207) [1] Fab. 189: «.... Cephalus negavit, quod Procri fidem dederat. Tunc Aurora ait: Nolo ut fallas fidem, nisi illa prior fefellerit.» Cfr. st. 24-25.
      (2208) [2] St. 21: Met., XIV, 365-68. - St. 22: cfr. v. 373-79.
      (2209) [3] Anche l’Aurora di Niccolò è mossa da desiderio di vendicarsi. Ma la sua ira è diretta contro Amore, anziché contro chi, inconsapevole strumento del Dio, rifiuta le sue offerte. Ben è vero che nel fatto chi sopporta le pene, è Cefalo, anziché Cupido, per il quale tutto il danno si riduce a un poco di amor proprio offeso.
      (2210) [4] V. pag. 44.
      (2211) [1] La sola a riceverne disturbo sarebbe la struttura ritmica, inquantoché della stanza 31 resterebbero solo gli ultimi quattro versi. Per l’andamento del dialogo tanto fa che alla domanda del marito segua, «Disse Melissa: Io ti darò un vasello»; oppure, «Disse Melissa: Io ti farò venire».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Cefalo Niccolò Procri Procris Met Ariosto Fab Procri Aurora Nolo Met Aurora Niccolò Amore Dio Cefalo Cupido Melissa Melissa