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      L'abito loro è un pannicello stretto di lana grossa, il quale cuopre la minima parte della loro persona, e alcuno usa di portare in capo, o rivoltovi d'intorno, un drappo di tela negra quasi alla foggia di dolipano. I maggiori e principali, per esser segnalati dagli altri, portano indosso una gran camicia con le maniche larghe e fatta di tela azurra e di bambagio, la quale vien loro recata da mercatanti che vengono dalla terra negra. Non cavalcano altri animali che camelli, sopra certe selle che essi pongono nello spazio che è fra la gobba e il collo de' detti camelli. E bella cosa è a veder questi tali quando cavalcano, percioché alcuna volta mettono le gambe una sopra l'altra, e ambedue poscia sopra il collo del camello; altre volte pongono i piè in certi staffili senza staffe, e in luogo di sproni adoperano un ferro il quale è attaccato in un pezzo di legno lungo un braccio, ma con questo ferro altra parte non pungono che le spalle del camello. I camelli che sono da cavalcare hanno tutti communemente forato il naso, nella guisa che hanno alcuni bufoli che nell'Italia si trovano, e nel luogo forato sogliono mettere una capezza di cuoio, con la quale volteggiano e reggono i camelli come si fa con la briglia i cavalli. Nel dormire usano alcune stuore intessute di giunchi molto sottili, e i padiglioni sono fatti di pelo di camello e d'altre lane aspre, le quali nascono fra i graspi dei datteri. Cerca al mangiare, chi non gli ha veduti non potrebbe creder la pazienza che essi portano in sofferir la fame.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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