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      Del male che nell'Italia è detto francioso io non credo che in tutte le città di Barberia la decima parte ne sia scampata, e suol venire con doglie, con bolle e con piaghe profondissime; ma molti tuttavia ne guariscono. È vero che nel contado e nei monti d'Atlante quasi niuno è offeso da questo male; similmente in tutta Numidia, cioè pure nel paese dei datteri, non si trova chi l'abbia. Né meno in Libia o in terra negra si ragiona di quello, anzi, se alcuno lo pate, tosto che si conduce in Numidia o nella terra negra, come sente quell'aere si risana e riman netto come un pesce. E io ho veduto con gli occhi miei quasi un centinaio di persone che, senza altri rimedii, per la mutazion sola dell'aere sono guariti. Questo tal male non era prima nell'Africa, anzi in quei luoghi niuno l'aveva sentito nominare, ma ebbe principio nel tempo che Ferrando re di Spagna cacciò di Spagna i giudei. Che, poscia che essi vennero nella Barberia, essendo molti di loro imbrattati, avenne che alcuni tristi e ghiotti Mori usarono con le loro donne e nel presero. D'indi seguitando di mano in mano s'incominciò a infettar la Barberia, in modo che non si trova famiglia che o sia netta o non abbia avuto questo male. E appresso loro per indubitata prova tiensi l'origine esser venuta di Spagna, e cosí gli dicono mal di Spagna; ma quei di Tunis lo chiamano francioso come gli Italiani, tra' quali molto crudele esso si ha fatto sentire per alcun tempo; cosí in Egitto e in Soria, dove cotal nome gli è detto.
      Mal di fianco d'alcuni aviene.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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