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      Indi la roversciano in un catino, e fattole nel mezzo una piccola fossa, vi pongono dentro di quell'oglio che hanno. Allora tutta la famiglia s'acconcia d'intorno al catino, e senza altri cocchiari, con le proprie mani pigliando ciascuno quanto può pigliare, mangiano per insino che ve ne rimane una minima particella. Ma la primavera e tutta la state sogliono bollire la detta farina in latte, e in vece di oglio vi mettono butiro. Questo costume serbano nelle cene, percioché nel desinare usano il verno mangiar pane con melle, e la state con latte e con butiro. Sogliono ancora mangiare carne bollita, e insieme cipolle e fave, o pure l'accompagnano con un altro cibo detto da essi cuscusu. E non vi adoperano tavole né tovaglie, ma distendono in terra alcune stuore tonde e mangiano sopra quelle.
     
     
      Abito e costumi del medesimo.
     
      La piú parte di cotal gente usa di portar per vestimento certo panno di lana detto elchise, il quale è fatto a simiglianza d'una coltre con la quale in Italia si suol coprir la letta. Essi se lo rivolgono intorno molto bene stretto, e cingonsi non il traverso, ma sopra il culo e le parti piú secrete dinanzi con certi sciugatoi pur di lana. Sul capo portano alcuni pannicelli della medesima lana, lunghi dieci palme e larghi due, i quali tingono con le scorza che cavano dalle radici delle noci, e se gli intorcono e aggroppano d'intorno la testa, di maniera che la sommità del capo riman sempre scoperta. Né hanno in costume di portar berrette altri che i vecchi e gli uomini dotti, se alcuno ve n'ha; e queste berrette sono doppie e tonde, e tengono la medesima altezza di quelle che sogliono portare in Italia alcuni medici.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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