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      Era quivi un vecchio che n'ebbe l'onore, nella lingua loro chiamato Hegazzare. Io, odendolo nominare, lo dimandai quello che il nome significava. Rispose egli: «Beccaio», e soggiunse: «La cagione è che, sí come un beccaio è molto pratico in trovare le gionture delle bestie, cosí io ancora sono eccellentissimo in trovare i nodi delle questioni che accadono nella legge».
      La vita di questi tali è communemente molto aspra: si pascono d'orgio, d'olio d'argan e di carne di capre; di formento non si fa menzione tra loro. Le femine sono belle e colorite; gli uomini gagliardi della persona, e hanno naturalmente il petto molto peloso. Sono liberalissimi, ma oltre modo gelosi.
     
     
      Culeihat Elmuridin, che suona «la rocca dei discepoli».
     
      Questa è una picciola fortezza posta su la cima d'una montagna altissima, fra due altri monti uguali alla detta montagna. Sono tra questi monti altissime rupi e boschi serrati d'ogn'intorno; alla fortezza non si può ascendere se non per un picciolo e angusto sentiero, che è nella costa della montagna. Da una parte sono le rupi, da l'altra il monte di Tesegdelt, vicino quasi un miglio e mezzo, e da Eitdeuet è discosto diciotto miglia.
      Questa fortezza fu fatta a' tempi nostri da Homar Seijef, rubello e capo degli eretici. Costui fu da prima predicatore e, avendo tirato a sé gran numero di discepoli ed essendo obbedito da quelli, diventò grandissimo tiranno e durò nel dominio dodici anni. Egli fu cagione della rovina di questo paese. Ucciselo una sua mogliere, la quale lo trovò che giaceva con una sua figliuola, ma d'un altro marito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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