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      » Qual disse: «Fingete domane d'aver avuto lettere dal re, che vi comandi che dobbiate loro tagliar il capo, ma mostrate dipoi d'aver pietade dei fatti loro, e che voi non vi volete impacciar della lor morte, ma per meglior rispetto dimostrate di volergli mandar a Fez». Cosí finseno una lettera per parte del re. Come venne la mattina il capitano fece venir tutti i prigioni, che furono quarantadue, e gli disse, mostrando aver gran compassione: «Gentiluomini miei, io ho avuto lettere dal re con male nuove, nelle quali dice che sua altezza è molto male informata dei fatti vostri, e che voi sete ribelli contra la sua corona; per tal cagione m'ha comandato ch'io vi faccia tagliar il capo. Mi rincresce molto di questa cosa, perché parrà a ognuno ch'io v'abbia mancato della mia fede: ma io son servitore, e non posso far di meno ch'io non ubbidisca a quello che mi è comandato». I poveri uomini cominciarono a piangere e raccomandar le loro persone al capitano, ed egli ancora fingeva piangere e diceva verso loro: «Io non vi truovo altro miglior rimedio, per levar ancor me di colpa circa ai fatti vostri, se non mandarvi a Fez. Forse che 'l re vi perdonerà, e farà quello che gli parrà. Or ora io vi spedirò con cento cavalli». Allora essi piú piangevano e si raccomandavano a Dio e al capitano. In questo venne una terza persona e disse al capitano: «Signore, la maestà del re vi mandò qua in cambio della sua presenza, sí che voi potete far quello che vi pare il meglio: intendete un poco la possibilità di questi gentiluomini, se possono pagar alcuna cosa per rimediar alle loro persone, e fate intender al re ch'avevate a loro promesso la vostra fede di non far lor dispiacere, e che per l'amor vostro pregate la sua altezza che gli voglia perdonare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Fez Fez Dio