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      È murata da un lato, cioè dalla parte del monte, e dalla parte che risguarda verso il piano non ha mura di sorte niuna, percioché le rupi gli bastano in luogo di mura. È lontana dalla detta città circa a dodici miglia. Dentro di questa città è un tempio picciolo ma bellissimo, intorno il quale è un canaletto d'acqua a guisa di fiume. È abitata da nobili uomini e cavalieri; sonvi ancora molti mercatanti forestieri e del paese, e molti giudei vi sono, quale artigiano e quale mercatante. Dentro nascono molti fonti, i quali discendendo all'ingiú entrano in un fiumicello che passa di sotto alla città. E d'intorno le due sponde del fiumicello sono molti orti e giardini, dove si truova uva perfettissima, truovansi fichi e grossissimi e grandissimi alberi di noci. Per tutte le coste della montagnetta sono bellissimi terreni d'olive. Le donne della città sono in vero non men belle che piacevoli, vanno bene e leggiadramente addorne d'argento, d'annella, di cerchietti che portano al braccio e d'altri loro ornamenti. Il terreno del piano è ancora esso fertile d'ogni sorte di grano, e quel del monte è buonissimo per orzo e per li pascoli delle lor capre. A' tempi nostri la detta città fu ricetto di Raoman Benguihazzan rubello, per insino a tanto ch'egli fu morto. Io vi fui l'anno novecentoventuno, alloggiato in casa del sacerdote della terra.
     
     
      Seggheme, monte nella medesima.
     
      Il monte di Seggheme, come che riguardi verso mezzogiorno, nondimeno è tenuto per monte di Tedle. Questo incomincia dalla parte di ponente dal confino del monte di Tesauon, e si stende verso levante insino al monte di Magran, donde nasce il fiume di Ommirabih, e verso mezzogiorno confina col monte di Dedes.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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