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      Gli abitatori di questi monti sono della stirpe del popolo di Zanaga, uomini disposti, gagliardi e valenti nella guerra. Le loro armi sono partigianelle e alcune spade torte e pugnali; usano ancora sassi, i quali traggono con gran destrezza e forza; guerreggiano di continovo col popolo di Tedle, di maniera che i mercatanti di là non possono passar per lo detto monte senza salvocondotto e gravissimo pagamento. Abitano nel detto monte molto laidamente, discosti molto l'un dall'altro, di modo che rade volte si truovano tre o quattro case insieme. Hanno molte capre e molti muli piccioli come asini, i quali vanno pascolando per li boschi del detto monte: ma i leoni ne guastano e mangiano una gran parte. Questa gente non obbedisce a signore alcuno, perché il monte loro è tanto scabroso e malagevole che li rende inespugnabili.
      A' miei dí volle il capitano che acquistò Tedle fare una correria nel paese di costoro. Essi, avendo avuto notizia di ciò, fatta una bella compagnia di valenti uomini, chetamente s'imboscarono dove era una picciola vietta sopra una ripa, per la quale doveano passar i nimici. Come adunque viddero i cavalli ben ascesi la costa del monte, uscirono fuori dell'agguato da ogni parte, tirandogli le partigianelle e sassi grossi. La battaglia fu breve, percioché esso capitano non potendo sostener l'impeto, né andar avanti o tornarsene adietro, era necessitato in quella strettezza di urtarsi l'un con l'altro, di modo che molti traboccavano co' cavalli giú nella rupe e si fiaccavano il collo, altri erano ammazzati, in tanto che non vi scampò un solo che non fusse o preso o morto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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