Pagina (217/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E gli uomini e le donne della città usano parimente di mangiar nelle dette stufe, e le piú volte si sollazzano a varie guise e cantano con alta voce. Cosí tutti i giovani entrano nelle stufe ignudi, senza prender niuna vergogna l'uno dell'altro; ma gli uomini di qualche condizione e grado v'entrano con certi sciugatoi intorno, né siedono in luoghi communi, ma si adagiano in certe picciole camerine, che sempre stanno acconcie e ornate per gli uomini di riputazione.
      M'era scordato di dire che, quando i detti ministri lavano una persona, la fanno coricare, dipoi la fregano alle volte con alcuni unti ristorativi e alle volte con cotai strumenti che cavano ogni bruttezza. Ma quando lavano alcun signore lo fanno coricare sopra un drappo di feltro, e appoggiar il capo sopra certi guanciali di tavole, coperti pur di feltre. Sono ancora per ciascuna stufa molti barbieri, i quai pagano un tanto il maestro per poter tenervi li loro strumenti e lavorarvi dell'arte loro. E la maggior parte di dette stufe sono dei tempii e dei collegi, e lor pagano di gran pigione, cioè qual cento e qual centocinquanta ducati, e chi piú e chi meno secondo la grandezza dei luoghi.
      Né è da tacere che i garzoni famigliari di queste stufe usano di far certa festa una volta l'anno, la qual è in cotal modo. Invitano i detti garzoni tutti gli amici loro, e vanno accompagnati dal suono di trombe e di pifferi fuori della città; dipoi cavano una cipolla di Squilla e la pongono in un bel vaso di ottone e, coperto che l'hanno con qualche tovaglia di bucato, se ne vengono alla città sonando fino alla porta della stufa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Squilla