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      Ma fra le altre utilità ha un monte, dal quale cava di rendita settemila ducati l'anno. Vero è che egli è obligato di dare trecento uomini a cavallo al re ne' tempi di guerra, i quali, per insino che dura la guerra, sono da lui pagati.
      I giudici di ragion canonica né salario né premio hanno, percioché è vietato nella legge di Maumetto che a un giudice, per tale ufficio, si dia pagamento alcuno; ma essi vivono di altri salarii, com'è o di letture o di esser sacerdote di qualche tempio. Similmente sono gli avvocati e procuratori, persone idiote e volgari. Hanno i giudici certo luogo, dove fanno incarcerare i debitori e altri per cose leggieri e di poco momento. E sono nella città quattro barigelli e non piú, i quali fanno le lor cerche dalle ventiquattr'ore per insino alle due di notte, né hanno essi ancora altro salario che certo censo da coloro che prendono, che è della retenzione e di certa piccola pena che è loro applicata. Ma tutti possono far taverne e ufficio di tabacchini e ruffiani. Il governatore della città non tiene né giudice né notaio, ma dà la sentenzia a voce come gli pare.
      Né v'è piú che uno che conduca la dogana e la gabella, il quale paga ogni dí alla camera del re trenta ducati, e tiene per ciascuna porta guardiani e notai. E tutte le cose di picciol pregio pagano il suo diritto alla porta; l'altre si conducono a dogana, accompagnate dalla porta a quella da uno de' guardiani, e i guardiani e i notai, secondo la quantità, hanno certo danaro diputato. E alle volte detti guardiani vanno fuori della città per iscontrare i mulattieri, acciò che essi non possino alcuna cosa ascondere, e se alcuna ve ne ascondono, pagano poscia doppia gabella.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Maumetto