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      Questo luogo è tenuto a pigione dagli ortolani, i quali vi seminano gran quantità di lino, melloni, zucche, cetriuoli, carote, navoni, radicchi, cavoli cappucci e tai erbe. In modo che si crede ch'al tempo della state se ne cavi quindicimila some di frutti e altretante l'inverno. È vero che l'aere d'intorno è cattivo, e la piú parte degli abitatori ha il viso di color giallo: patiscono spesse febbri, e gran quantità ve ne muore
     
     
      Fez città nuova.
     
      La nuova città di Fez è tutta cinta di due bellissime, altissime e fortissime mura; e fu edificata in una bellissima pianura appresso il fiume, discosto dalla vecchia circa a un miglio nella parte di ponente, e quasi verso mezzogiorno. Fra le due mura passa ed entra una parte del fiume, cioè dal lato di tramontana, dove sono i suoi mulini, e l'altra parte del detto fiume si divide in due: l'una ne va fra Fez nuova e la vecchia a canto la rocca, e l'altra passa oltre per certe valli e giardini vicini alla vecchia, per insin ch'ella entra in lei di verso mezzogiorno; quell'altra parte se n'entra alla rocca e passa per lo collegio del re Abuhenan.
      Questa città fece edificar Giacob figliuolo di Abdulach, primo re della casa di Marin, il quale acquistò il regno di Marocco e discacciò i suoi re. E nel tempo ch'egli era in guerra con i re di Marocco, allora il re di Telemsin gli dava grande impaccio, compiacendo ai re di Marocco e per non lasciar crescere la casa di Marino. Ora, come questo Giacob ebbe spedita la guerra di Marocco, gli venne fantasia di far vendetta contra il re di Telemsin, con il quale volendo far guerra, s'avvidde che il luogo dove furon le fortezze di quel regno eran molto discosto da Telemsin.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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