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      E nel dominio degli Arabi seguí l'ultima sua rovina, di modo che oggi pochi abitatori vi sono rimasi, e questi sono o tessitori di tele o lavoratori di campi, e sono tutti poveri, perché gli Arabi gli aggravano troppo. Li suoi terreni sono buoni e abbondanti. Si vedono vicine alla detta città molte terre rovinate, edificate da' Romani, le quali non hanno alcun nome cognito appresso di noi, ma si conosce che sono de' Romani per infinite lettere che si truovano intagliate sopra tavole di marmo: e li nostri istoriografi non ne hanno fatto menzione.
     
     
      Gezeir, cioè Alger.
     
      Gezeir vuol dire «l'isole», e questa città è cosí detta per esser vicina all'isole di Maiorica, Minorica e Ievizza: ma gli Spagnuoli la chiamano Alger. È città antica ed edificata da un popolo africano chiamato Mezgana, perché appresso gli antichi questa si chiama Mezgana. È molto grande e fa circa a quattromila fuochi; le sue mura sono bellissime e fortissime e fabricate di grosse pietre, e sono in lei di belle case e belle e ordinate piazze, in ciascuna delle quali è la sua arte separata. E similmente vi sono molte osterie e stufe, ma fra l'altre fabriche v'è un bellissimo tempio e molto grande, posto sopra il lito del mare, e dinanzi al tempio verso il detto mare è un corridore maraviglioso su le proprie mura della città, dove percuotono le onde. D'intorno alla città si veggono molti giardini e terreni fruttiferi, e d'appresso, cioè dalla parte di levante, passa un fiume sopra il quale sono i mulini: e questo fiume serve ai commodi della città, sí di bere come d'altro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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