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      Costui in fine venne in tanta superbia che fece batter nuova moneta a suo nome, con grande sdegno del re, lo quale acchetò con la forza dei presenti. Discordandosi molto questi succedimenti dal principio, il popolo, che prima l'amava, incominciò odiarlo. Onde, essendo egli in Numidia all'assedio d'una città detta Pescara, ebbe avviso che il popolo era sollevato contra di lui, e tornando verso Costantina, non gli furono aperte le porte. Per il che se n'andò a Tunis chiedendo il soccorso del re, il quale lo fece mettere in una stretta prigione, né altrimente lo liberò che con la taglia di centomila ducati; e diegli favore a riacquistar Costantina, la quale egli riebbe col valor dell'arme. Ma dipoi faccendo uccidere molti capi e primieri della città, un'altra volta il popolo si sollevò, e assediollo nella rocca per sí fatto modo che egli da disperazione si morí. E avendo il popolo la pace del re, non volle accettar piú governatore di sorte niuna, onde il re tornò a mandare di mano in mano i suoi figliuoli, come è detto di sopra.
      I terreni che sono d'intorno alla detta città sono tutti buoni e fertili, e rispondono trenta per uno; e sopra al fiume nel piano sono eziandio molti belli giardini, ma non v'è molta copia di frutti, percioché essi non gli sanno coltivare. Fuori della città si veggono molti nobili edifici antichi, e lontano circa a un miglio e mezzo v'è un arco trionfale, simile a quelli che sono in Roma. Ma il pazzo volgo tiene che quello era un palazzo dove abitavano i demoni, i quali poscia furono cacciati dai maumettani nel tempo che vennero ad abitar Costantina.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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