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      Ultimamente esso re la saccheggiò, e distrusse quello che rimaneva.
     
     
      Tebessa città.
     
      Tebessa è un'antica e forte città edificata da' Romani ne' confini di Numidia, discosta dal mare Mediterraneo dugento, miglia verso mezzogiorno. È cinta d'intorno d'alte, forti e grosse mura, fatte di alcune grosse pietre lavorate, le quali somigliano alle pietre che sono nel Coliseo di Roma: né io per tutta l'Africa né in tutta Europa ho veduto mura di quella sorte. Ma le case di dentro sono altretanto brutte. Vicino alla detta città passa un fiume molto grande, ed entra da una parte della città. Nella piazza e in diversi altri luoghi sono colonne di marmo, e si vedono epitaffi di lettere latine maiuscule, e alcune colonne quadre di marmo con un volto di sopra. La campagna è abbondante, ma non ha molto grasso terreno, e a chi è discosto dalla città quattro o cinque miglia pare che ella sia in mezzo d'un bosco; ma gli alberi sono tutti di noci, che sono grandi. Vicino alla detta città è un gran monte, nel quale si truovano molte cave fatte per forza di ferro, e il popolazzo istima che quelle fussero alberghi di giganti. Ma conoscesi manifestamente che i Romani cavassero di quindi le pietre con che edificarono le mura della città.
      Gli uomini sono avari, rozzi e bestiali, né vogliono veder forestiero alcuno, in tanto che Eldabag, famoso poeta della città Malaga di Granata, passando per questa città, avendo in lei ricevuto vergogna, compose in suo biasimo questi versi, quali ho voluto notare per dispregio della detta città:


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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