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      La ruota è rivolta da un mulo o camello, in modo che l'acqua se ne vien fuori e bagna il seminato. Pensate la quantità del grano che può uscire da un poco di terreno murato e tenuto con tanti artificii e lavori: conchiudo che ciò ad alcuno non basta per la metà dell'anno. E nondimeno vi si fa il pane molto bello, bianco e ben cotto, e tuttavia lo fanno non di farina, ma come di semola con tutta la farina, usando in farlo una gran fatica, massime a far la pasta, la qual battano con certi pestoni che son fatti sí come quelli che si pesta il riso over il lino nel paese d'Egitto. I mercatanti e gli artigiani e i cittadini hanno per ugual costume di mangiare il giorno un vile e rozzo cibo, il quale è farina d'orzo bagnata in acqua e ridotta a guisa di colla, dove mettono un poco d'olio o succo di limoni o di melarance: e questo cotal cibo crudo inghiottono senza masticare, pigliandolo a poco a poco, e lo chiamano besis, che è cosa molto bestiale. V'è una piazza nella quale altro non si vende che farina d'orzo, che è comperata per lo detto cibo. Usano un altro cibo, ma assai piú onesto: pigliano la pasta leggiera e fannola bollire in acqua, e poi che è ben cotta, dentro un vaso molto ben la pestano, e raccoltola tutta nel mezzo, e postole sopra olio o brodo di carne, l'inghiottono come il sopradetto senza masticarla: e a questa sorte di cibo dicono el bezin. Ve ne usano degli altri, i quali sono delicati e gentili.
      Né in la detta città né fuori di lei è alcun mulino che macini sopra l'acqua, ma tutti sono mossi dalle bestie, talmente che un mulino appena fra il dí può macinare una soma di grano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Egitto