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      Non v'è né fonte né fiume né pozzo alcuno d'acqua viva, ma vi sono cisterne, dove si raccoglie l'acqua delle pioggie. Ben fuori della città è un pozzo d'acqua viva, ma è alquanto salata: al quale vanno gli acquaruoli con le loro bestie e con li loro utri, e gli empiono e vendono l'acqua nella città, della quale il popolo usa bere, per essere ella piú sana dell'acqua delle cisterne. Vi sono altri pozzi di buonissima acqua, ma per il signore e per i suoi cortigiani. V'è un bellissimo tempio e molto grande, fornito sí di numero di sacerdoti come di grandezza d'entrata; vi sono altri tempi per la città e per li borghi, ma di minor qualità. Collegi di scolari vi sono molti, e monasteri d'alcuni loro religiosi, a' quali le limosine del popolo porgono onestamente il vivere. È in tutti gli abitatori natii di Tunis una sí fatta sciochezza, che come veggono un pazzo che tragga i sassi l'hanno per santo; ed essendo io in Tunis, il re fece edificare a uno di quegli pazzi, chiamato Sidi el Dahi, che andava vestito di sacco, scoperto il capo e discalzo, e tirava sassi e cridava come arrabbiato, un bellissimo monastero, e dettegli una grossa entrata per il suo vivere e di tutti li suoi parenti.
      La piú parte delle case hanno assai bella forma, e sono fatte di pietre concie e ben lavorate, nei cieli delle quali usano molti ornamenti di mosaico e di gesso, intagliato con intagli mirabili e dipinto con azurro e altri colori finissimi. E questo fanno perché in Tunis è grandissima carestia di tavole e di legnami, onde non possono formar se non brutti travi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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