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      V'erano i farrasin, cioè diversi camerieri, i quali avevano non men carico di tenere ornate le stanze del soldano di panni di razzo e di tappeti, che delle candele e dei torchi di cera che s'abbruciavano, le quali erano incorporate con ambracane, onde servivano per lumi e per profumi odoriferi. V'erano i sebabathia, cioè gli staffieri; vi sono altri chiamati taburchania, che sono li allabardieri che stanno appresso il soldano quando cavalca e dà audienza; li addavia, che stanno avanti il carriaggio del soldano quando sta in campagna over è in viaggio: e di costoro si elegge il boia quando ei manca, e ogni fiata che fa il suo uficio sopra alcun malfattor lo vanno a compagnare per imparar il mestiero, e massime di scorticare gli uomini vivi, overo quando si dà tormento per fargli confessare. Vi sono gli esuha, li quali portano le lettere del Cairo in Soria, e vanno a piedi faccendo ogni giorno sessanta miglia, per non vi esser né monte né luoghi fangosi ma sola arena fra l'Egitto e Soria: ma quelli che portano lettere di maggior importanza cavalcano camelli.
     
     
      Soldati del soldano.
     
      I soldati del soldano erano divisi in quattro parti. I primieri s'appellavano caschia, cioè i cavalieri, e costoro erano uomini eccellentissimi nel maneggio dell'armi: e di questo numero creava il soldano i castellani e i capitani e governatori delle città. Alcuni avevano provisione dalla camera del soldano in danari contanti, e altri possedevano l'entrate di villaggi e castelli. I secondi erano detti eseifia, e questi erano fanti a piè, che altra arma non portavano che la spada; il loro salario se ne veniva pure dalla camera del signore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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