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      Gli Africani e tutti communemente, volendo mantenere i camelli perfetti alla soma, usano di castrargli, e fra dieci femmine ne lasciano un maschio solo. I camelli della seconda spezie sono detti el becheti, i quali hanno due gobbe, l'una e l'altra delle quali son parimente buone per someggiare e per cavalcarvi sopra: ma di questa non se ne truova se non in Asia. Quei della terza sono appellati el raguahil, e sono piccoli di persona e sottili di membra, né son buoni se non per cavalcare; ma hanno gran velocità, di maniera che molti ne sono che in un giorno camminaranno cento miglia e ancora molto piú, continovando questo cammino otto e dieci giorni per lo diserto con pochissima vettovaglia. E tutti li nobili arabi di Numidia e africani di Libia usano di cavalcare detti camelli; e il re di Tombutto, quando vuole con prestezza fare intendere a' mercanti di Numidia qualche cosa importante, manda il messaggio con uno di questi camelli, il quale fa da Tombutto insino a Darha o a Segelmesse in termine di sette o otto giornate novecento miglia. Ma quei che vanno per tai negoci, fa di mestiero che siano uomini molto pratichi per li diserti, e vogliono cinquecento ducati per lo viaggio fra l'andare e il tornare.
      I camelli sono tocchi d'amore il principio del verno, e allora non solo si offendono l'un l'altro, ma nuociono mortalmente a ciascuno uomo dal quale hanno ricevuto ingiuria, percioché allora si raccordano d'ogni minuta percossa ricevuta dai padroni. E se ve ne possono pigliare uno co' denti, lo alzano in aere, poi lo lasciano cascar giú, calpestandolo stranamente co' piedi dinanzi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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