Pagina (582/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Piú oltre navigando, molti in frotta ne vedemmo sopra a certe isolette in mezzo il Nilo, che si stavano al sole; e tenendo le lor bocche aperte, certi uccelletti bianchi della grandezza d'un tordo v'entravano dentro, e statovi aliquanto spazio fuori uscivano e volavano altrove. E dimandando io la cagione di ciò, mi fu risposto che nelle gingive e fra i denti dei cocodrilli, che assai pesce over animali mangiano, sempre rimane qualche reliquia di carne attaccata, la quale putrefatta crea alcuni piccoli vermi che fan lor noia: onde quegli uccelli, che volando vedeno i vermi, entrano nella lor bocca per mangiargli. Ma, come gli hanno mangiato, il cocodrillo serra la bocca per inghiottir l'uccello; ma egli ha sopra il capo una acuta e dura spina con la quale punge il palato al cocodrillo, onde conviene ch'ei torni ad aprir la bocca, e l'uccello via se ne fugge. Se avverrà che io possa avere un di questi uccelli, narrerò questa istoria piú securamente.
      I cocodrilli fanno le lor uove nel terreno e le cuopreno con la sabbia, e tosto che nascono i figliuolini, essi entrano nel fiume. Ben sono alcuni che, sviandosi dall'acqua, stanno nel diserto: questi sono velenosi; ma quelli che vivono nel fiume non hanno veleno. Nell'Egitto molti sogliono mangiar della lor carne e affermano che è molto buona, e nel Cairo è in gran prezzo il grasso, e dicesi che è buono a guarir le piaghe vecchie e incancherite.
      S'usa di pigliare il cocodrillo in questa guisa. I pescatori pigliano una lunga e grossa fune di cento e piú braccia, l'un capo della quale legano saldamente a un grosso albero, o a una colonna a questo effetto piantata su la riva del Nilo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Nilo Egitto Cairo Nilo