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      E certo il mio andar fra terra non fu manco per vedere e intender cose nuove, che per ricever il mio pagamento.
     
     
      Come il signor Budomel consignò messer Alvise ad un suo nipote nominato Bisboror, e quanto siano valenti notatori e' Negri di quelle marine.
     
      Andato adunque con Budomel fra terra, mi dette cavalli e quello che mi facea di bisogno, e quando fummo appresso il suo ridutto forse a quattro miglia, mi consignò ad un suo nipote che avea nome Bisboror, signor d'una villetta dove eramo giunti, il qual mi tolse in casa e fecemi sempre onore e buona compagnia; e lí stetti circa giorni ventiotto, ed era il mese di novembre: nelli qual giorni fui piú volte a trovar il predetto signor Budomel, e il nipote era sempre meco.
      E in questo tempo viddi alcune cose del modo del viver di quel paese, delle quali di sotto se farà menzione. E tanto piú ebbi cagion di vedere, quanto che mi fu necessario di tornar indrieto per terra fino al detto fiume di Senega, perché si messe tanto cattivo tempo in quella costa che fu forza, se volsi imbarcare, di far venir il mio navilio al detto fiume e io andarmene per terra. Avisandovi che fra l'altre cose ch'io viddi in quel luoco fu che, volendo io mandar una lettera a quelli del mio navilio, per darli notizia che venissero a levarmi al detto fiume, che mi ne andava per terra, dimandai fra quelli Negri se v'era alcuno che sapesse ben notare e che li bastasse l'animo di portarmi quella lettera al navilio, che era circa miglia tre in mare. Subito molti dissero de sí, e perché il mare era grosso e vento assai, dico tanto che 'l non mi pareva quasi possibile che uomo alcuno tal cosa potesse far, perché principalmente appresso terra a un tirar d'arco vi sono scanni, cioè banchi di arena; cosí eziandio piú fuora in mare a duoi tratti di balestra vi sono altri banchi, e fra questi banchi v'è tanta correntia d'acque, ora in su ora in giú, ch'è difficillissima cosa ad alcuno uomo notando potersi sostenere, che non sia menato via; e sopra detti banchi rompea tanto il mare, che impossibile parea a poterli passare che si sia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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