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      Io ne ho bevuto piú giorni nel tempo che stetti in terra in quel paese, e sapevami migliore che 'l nostro. Di questo miguol non ne hanno tanta quantità che ogniuno ne possa avere in abbondanza, ma pur ne hanno ragionevolmente, e massime li principali; ed è commun ad ogniuno l'arbore di questo liquore, perché costoro non li tengono come noi abbiamo li fruttari dell'orto, over come le vigne men proprie, ma tutto quello che hanno è di foresta, e in libertà di cadauno a doverne torre e proficarsene. Hanno frutti di diverse sorti simili alli nostri, e anche che non sono come li nostri proprii, e sono buoni e loro ne mangiano, e tutti sono di foresta, cioè salvatichi e non coltivati de' orti come li nostri. E penso che, se gli tenessino a mano, come facciamo li nostri di qua, lavorati, fariano frutti buoni e perfetti, perché la qualità dell'aere e del paese è buona.
      Il paese suo è tutta campagna atta a produrre, dove sono buoni pascoli con infiniti arbori grandi e bellissimi, ma non per noi conosciuti. E vi sono nel paese molti laghi di acque dolci, non molto grandi ma profondissimi, nei quali si truovano molti buoni pesci differenti dalli nostri; e sonvi molti serpenti d'acqua, che si chiamano calcatrici. E in questo paese si usa una sorte di oglio nelle sue vivande, qual non so de che lo facciano, e ha tre virtú, cioè odore di viole zotte, sapore come quasi il nostro olio d'oliva, e ha colore che tinge le vivande a modo di zaffarano, e piú pulito colore che non è quello del zaffarano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094